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Omegna
Omegna sorge all’estremità nord del Lago d’Orta, sulle due rive dell’emissario del lago, la Nigoglia, un bizzarro fiume contro corrente (al femminile) che, diceva Gianni Rodari “punta dritto verso le Alpi” confluendo nel torrente Strona, poi insieme nel Toce e infine nel Lago Maggiore. Il fatto che il Lago d’Orta sia un po’ più alto del Lago Maggiore spiega la singolarità del fenomeno. Da qui l’orgoglio comunale degli omegnesi, chiamati “i lupi” (animale che campeggiava sull’antico stemma comunale), nel motto “La Nigoglia la va in su e la legge la femo nu”.
La cittadina (è città dal 1939) è un miscuglio di antico e moderno.
Le uniche vestigia preromane si trovano presso il Monte Zuoli: si tratta di “coppelle”, cioè massi misteriosamente incisi con delle specie di fori. Non ci sono invece testimonianze dirette della romanizzazione del territorio, infatti gli abitanti parlano impropriamente di ”Porta Romana” indicando in realtà una vestigia medievale. Sempre di epoca medievale sono i ruderi di un torrione poligonale, sulla collina di Cireggio, detto ”Poggio Mirasole”. In realtà non è poi così antico neppure il cosiddetto ”Ponte Antico” sul torrente Strona, si tratta, invece di un’opera sforzesca del 1490.
Nel centro storico, sulla Piazza XXIV Aprile, si affacciano il ”Palazzotto Municipale” ottocentesco e la ”Casa di Bazzetta de Vaemenia” con i suoi caratteristici portici, per metà medievale e per metà del Cinquecento, dove soggiornarono Antonio Rosmini, Alessandro Manzoni e Massimo D’Azeglio. Passeggiando per il centro storico ci si può destreggiare tra le intricate vie del ”Quartiere Vaticano” e si possono ammirare le case dei secoli XI, XII e XIII che sorgono lungo la ”Via del Butèr” (oggi via Alberganti), così chiamata perché in passato sotto i suoi portici avveniva la vendita del formaggio.
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La ”Collegiata”, dedicata a Sant’Ambrogio (patrono della città), risalirebbe al 960 d. C, un riscontro si trova sia nell’ iscrizione trovata incisa in un archetto pensile dell’abside della cappella del Rosario dove vi è incisa la data DCCCCLX. Un altro indizio storico della costruzione risalente al 960 fu la scesa in Italia di Ottone I che fece dono ai canonici della riviera e all’ arcivescovo di Milano di parecchie terre affinchè vi venissero erette dei luoghi di culto.
A partire dal X secolo, vi fu un notevole impulso al sorgere di colleggiate: Chiese che prendevano il nome dal collegio dei canonici legato ad esse.
La Collegiata Omegnese era formata da un numero di canonici (da 4 a 6). Ben presto ad essi s’ aggiunsero dei cappellani in quanto la distanza tra i paesi e la difficoltà a raggiungerli impedivano un regolare svolgimento del ministero sacerdotale. Questi cappellani erano autorizzati a risiedere nei paesi e ad amministrare i sacramenti.
A poco a poco queste comunità inziarono ad allentare i rapporti con la Chiesa madre e a costituirsi in parrocchie autonome ed indipendenti. La prima scissione venne operata a Luzzogno, che staccò da Omegna altri paesi: Inuggio, Strona, Forno, Fornero, Massiola e Sambughetto. Nel 1554 si distaccarono anche le comunità della parte inferiore della Valle Strona, formando la parrocchie di Germagno.
A Omegna venne affidato ormai solo una “ carica onorifica “ per la quale venivano obbligati i parroci, cappellani e sacerdoti ad intervenire alla processione del Corpus Domini in Omegna.
Con il passare degli anni, la giurisdizione di S. Ambrogio finì per trovarsi limitata al suolo cittadino.
Nel 1957 il Vescovo gilla Vincenzo divise in due il territorio cittadino, costituendo la Chiesa della Madonna del Popolo. Tale divisione durò fino al 1982, quando il Vescovo Aldo Del Monte riunificò la comunità nell’ unica parrocchia di S. Ambrogio.
”Parte Esterna della Collegiata”
L’ esterno della Collegiata è un’ intreccio di stili diversi: l’ edificio che reca un’ impronta romanica venne poi restaurato nel 1470-1480, successivamente in età barocca ed infine dopo la prima guerra mondiale.
”Facciata”: Facciata a capanna, per forma e materiali richiama gli elementi fondamentali dell’ architettura romanica, che prediligeva forma compatte, solide e non necessariamente costituito da ricchi materiali.
”Campanile”: Il campanile risale al XIII secolo e presenta ad ogni lato due finestre trifore a colonne slanciate ed è sormontato da una cuspide acuminata, a base piramidale.
”Lato sud”: Costituisce una delle parti più antiche della chiesa. Il muro a blocchi di granito è sormontato da una fila di archetti romanici uguali a quelli che ornano il campanile e la cupola al centro. La parta laterale anticamente sarebbe stata l’ ingresso principale della chiesa.
Particolarmente interessanti all’ esterno della chiesa sono due affreschi: il primo, posto a sinistra della porta raffigura San Cristoforo, il secondo affresco è quello della meridiana. Il restauro del 1993 ha permesso di portare alla luce alcuni aspetti interessanti:
-Quadrante: posto su una parete declinante verso sud, la sua costruzione risale tra il 1805 e il 1815.
-Gnomone: originariamente era costituito da un filo teso e da un oggetto pesante, simile a quello del Duomo di Asti.
-Bordo: il bordo attuale è meno semplice rispetto a quello originario.
-Vi sono tre scritte: In alto: “asolis ortu usque ad occasum laudabile nomen Diu” (Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore).
A destra:“ Ni ti nisi sol mi” ( Niente a te se non il sole a me).
A sinistra: “ sol, rex, spes, lex, mons, lux, dux, pax, petra, christus” tutti nomi riconducibili a titoli attribuiti a Gesù.
“Parte interna della Collegiata”
La Collegiata è a pianta longitudinale senza transetto, presenta una navata centrale, due laterali di minore altezza e tre campate. Il soffitto è costituito da volte a crociera, affrescate e decorate.
“Navata sinistra”
-Fonte per l’ acqua lustrale: adesso non è più in uso in quanto è murata nel campanile.Questa fonte serviva per la benedizione dell’ acqua che si svolgeva il Sabato Santo e che poi veniva distribuita alle chiese limitrofe.
-Cappella del Crocifisso: Il Crocifisso sembra essere giunto ad Omegna dalla Basilica di S. Ambrogio di Milano, nel periodo in cui l’ abate Zanoia rivestiva la carica della Basilica. I restauri hanno appurato che il Crocifisso risalga al XIV secolo. Ai piedi del Crocifisso vi sono le statue della Beata Vergine Addolorata e di S. Carlo. Vi sono anche altre due statue che completano la cappella e sono: S. Ambrogio e S. Giuseppe.
-Cappella del Carmine: è la cappella più grande della chiesa e con tutta la probabilità costituiva l’ altare maggiore. Costituita quasi interamente in marmo nero con particolari d’ oro, presenta un altare sormontato da due colonne tortili, che racchiudono quattro nicchie. Quelle centrali costituiscono un crocifisso e la statua della Madonna del Carmine. Le nicchie laterali invece racchiudono le statue di S. Antonio e di S. Ambrogio.
-Cappella di S. Vito: dalla Cappella del Carmine s’accede alla stanza in cui sono conservate le spoglie di S.Vito, donate alla comunità cristiana di Omegna dal vescovo di Novara.
-Gonfalone dell’ abate Zanoia: nella cappella di S. Vito è conservato un pregevole gonfalone. Su di esso sono raffigurati la Beata Vergine del Carmine e un’ adorazione di angeli. Il gonfalone venne ricamato su disegno dell’ abate Giuseppe Zanoia.
-Cappella del Sacro Cuore: presenta la Statua del Sacro Cuore, posta in un nicchia al centro dell’ altare ed affiancata da due medaglioni che raffigurano S.Teresa e S.Margherita Maria Alacoque. Le balaustre, in marmo nero e rosso, dividono le navate dalla parte absidale dove è posto l’ altare maggiore che presenta, sotto la mensa, una raffigurazione dell’ ultima cena.
-Polittico di Fermo Stella: il polittico, che venne fatto eseguire dalla universitade de Eumegna, cioè da da tutti gli uomini del borgo e del contado omegnese, venne collocato nella Colleggiata il 27 agosto 1547.
Il polittico è costituito da sei grandi tavole di legno, raffiguranti nove Santi Protettori, la Vergine col Bambino e quattro formelle di angeli.
I Santi effiggiati sono: S: Nicolao e S. Stefano (patroni di Quarna Sotto e Quarna Sopra), S. Giorgio e S. Gaudenzio (Santi di Casale Corte Cerro e Crusinallo), S. Antonio (protettore di Brolo), S. Giovanni Battista, S. Ambrogio, S. Bartolomeo e S. Giacomo (venerati a Germagno e Luzzogno).
In basso vi sono gli angeli che reggono dei cartigli nei quali vi sono scritti versetti di lode e di adorazione all’ Eucarestia.
“Navata di destra”
-Cappella della Madonna del Rosario: per struttura è uguale a quella del Sacro Cuore. La nicchia contenente la statua della Madonna, è attorniata da affreschi di Santi.
-Grotta della Madonna di Lourdes: è costruita su quello che fino a non molti decenni fa era l’ ossario del Cimitero.
-Cappella della Grotta di S. Francesco: contiene una tela restaurata nella quale vi è raffigurato S. Francesco al momento della morte.
-Cappella della Madonna delle Grazie: detta anche cappella Caccini, per ricordare la famiglia che ne deteneva il padronato, contiene una Madonna con il Bambino.
-Nella terza colonna tra la navata centrale e quella laterale di destra è posta la tomba del venerabile sacerdote Andrea Beltrami.
Il pavimento della Chiesa è un mosaico veneziano, restaurato nel 1992 in sostituzione di quello del 1910.
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La parte moderna della città è costituita in gran parte da archeologia industriale otto-novecentesca: il Villaggio operaio Frua, l’ex convitto Oddicini oggi casa di riposo, il fabbricone all’imbocco della Valle Strona… Il “Forum”, inoltre, ricavato dalla ex fonderia Cobianchi, è un centro polivalente che si propone come polo per la ricerca e la conservazione della memoria storica industriale cusiana, ospitando saloni espositivi per mostre temporanee di ambito artistico e industriale e la Collezione Museale Permanente che raccoglie numerosi oggetti storici prodotti dalle ditte cusiane.
Infine per i più piccini Omegna propone il “Parco della Fantasia” con la sua ludoteca dove i bambini dai 4 ai 12 anni possono giocare ma anche creare e imparare.
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La città, che è stata uno dei maggiori centri piemontesi nella lotta contro il fascismo e il nazismo, nel biennio 1943/1945, è sede di un importante premio internazionale dedicato alla Resistenza.
Tra gli omegnesi di fama di ieri e di oggi nel campo delle lettere, delle arti e della politica sono Giuseppe Zanoia, canonico di Sant’Ambrogio autore di tre notissimi “Sermoni” satirici pubblicati nel 1809; l’esploratore etnografo e pittore Guido Boggiani; Gianni Rodari, l’estroso scrittore per l’infanzia, autore di allegre filastrocche e favole tra cui “C’era due volte il Barone Lamberto” ambientata sull’Isola di san Giulio; il popolarissimo “Pasqualino”, Pasquale Maulini, il sindaco rosso appassionato di cose omegnesi; Vittorio Beltrami, un “uomo tranquillo” che guidò per cinque anni l’irrequieta Regione Piemonte.
Tra tutti i comuni del Lago, Omegna si distingue per la sua fine d’agosto dedicata al santo martire Vito: una festa a metà tra il sacro e il profano, con la pittoresca processione dell’urna del Santo e grandiosi fuochi d’artificio sull’acqua.
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